Titolo
Valutazione della sicurezza ed efficacia del trapianto di rene da donatori DCD tipo 3 ultrasettantenni in Italia
Autori
Sgrinzato G.1,3, Santangelo M.1,3, Bertuol A.1,3, Fiaschetti P.2,3, Vespasiano F.2,3, De Carlis L.3, Feltrin G.2,3, Furian L.1,3 e il Centro Nazionale Trapianti (CNT)
1UOC Chirurgia dei Trapianti di Rene e Pancreas, Direttore Prof.ssa Lucrezia Furian, Azienda Ospedale Università di Padova
2Centro Nazionale Trapianti (CNT)
3Società Italiana Trapianti d’Organo (SITO)
Introduzione
In Italia, la donazione in stato di morte circolatoria (DCD) presenta la peculiarità, unica a livello internazionale, di richiedere 20 minuti di assenza di attività cardiaca ECG-documentata prima dell’accertamento del decesso, con potenziale impatto negativo sull’outcome del trapianto di rene. Ciononostante, la donazione DCD, in particolare cDCD tipo III, si sta progressivamente affermando, grazie anche all’impiego della perfusione regionale normotermica (NRP).
Negli ultimi anni, si è registrato un crescente utilizzo di donatori DCD con età superiore ai 70 anni. Il presente studio multicentrico si propone di valutare la sicurezza e l’efficacia del trapianto di rene da donatori DCD tipo III ultrasettantenni in Italia.
Metodi
È stata condotta un’analisi retrospettiva sui pazienti sottoposti a trapianto di rene singolo o doppio da donatori DCD tipo III ultrasettantenni in 15 centri italiani. Sono stati studiati gli outcome a breve e medio termine, valutando patient e graft survival death-censored e l’impatto della Delayed Graft Function (DGF).
Risultati
Nel periodo 2020–2024 sono stati effettuati 96 trapianti (61 singoli, 35 doppi) da donatori DCD tipo III ultrasettantenni. L’età mediana dei donatori era 74 anni (IQR 72–77); il 60,4% erano donne. La creatininemia media pre-decesso era 0,70 ± 0,22 mg/dL. L’età mediana dei riceventi era 65 anni (IQR 60–68), il 38,5% donne. Il tempo mediano di ischemia calda è stato 43 minuti (IQR 37–51) e quello di ischemia fredda 13 ore (IQR 9–19). Il 54,2% dei graft (n=52) è stato sottoposto a perfusione ipotermica.
L’incidenza di DGF è stata del 22,9% (durata media 11 giorni); non si sono verificati casi di Primary Non-Function (PNF). Dopo un follow-up mediano di 33 mesi si sono osservati 4 decessi dei pazienti (4,2%), dovuti a sepsi (n=2), neoplasia de novo (n=1) e causa non nota (n=1), e 3 perdite del graft (3,1%), dovute a complicanze vascolari (n=2) o sepsi associata a urinoma (n=1).
Conclusioni
Nonostante il prolungato tempo di ischemia calda imposto dal protocollo italiano, il trapianto di rene da donatori cDCD ultrasettantenni si conferma una valida alternativa al trapianto da donatori a cuore battente (DBD), contribuendo ad aumentare il numero di organi disponibili e offrendo un’alternativa alla dialisi.
I risultati preliminari di questo studio indicano patient e graft survival comparabili a quelli ottenuti con donatori DBD coetanei; tuttavia, la DGF emerge come fattore prognostico negativo per la sopravvivenza del graft nei DCD anziani rispetto ai DBD.
Sono necessari studi più ampi a livello nazionale per confermare tali evidenze e valutare la possibilità di estendere i criteri di età nei DCD, così come già avviene nei DBD.

